Stato liberale
Lo (—), sorto dalla
Rivoluzione francese [
vedi] e dalle rivoluzioni liberali del 1830 e del 1848, si caratterizza per:
— una
base sociale omogenea, rappresentata dalla borghesia possidente e industriale che, grazie a un ristrettissimo suffragio, cumulava su di sé potere politico ed economico;
— il
ridimensionamento dei compiti dello Stato, destinato solo a garantire l’ordine e la sicurezza e a praticare il non-interventismo in economia;
— il
riconoscimento delle libertà individuali, nell’ambito delle quali venivano annoverate l’iniziativa economica e il diritto di proprietà. Specularmente lo Stato manifestava un’aperta ostilità nei confronti dei gruppi intermedi fra di esso e l’individuo, in particolar modo partiti e associazioni operaie;
— la
natura rappresentativa dei sistemi costituzionali, per cui l’unico collegamento fra governanti e governati era rappresentato dall’elezione dei componenti delle assemblee rappresentative;
— la soggezione dei pubblici poteri alla
supremazia della legge, massima espressione della volontà popolare: l’agire della pubblica amministrazione doveva svolgersi in modo da non violare la legge e sulla base di una previa norma attributiva del potere [
vedi Stato di diritto];
— la
tendenziale separazione dei poteri [
vedi Divisione dei poteri].