Famìlia [
Famiglia; cfr. artt. 29-31 Cost., 143-148, 159 ss., 231-243, 315-337 c.c.]
In età arcaica il termine (—) aveva significato prevalentemente patrimoniale: rientravano, infatti, nella (—) non solo il complesso di soggetti sottoposti ad un medesimo
pater familias [vedi], ma anche i servi [vedi
servus], l’abitazione, gli animali domestici, ed addirittura i beni strumentali all’economia familiare (ad es. gli attrezzi agricoli per coltivare il fondo). In questa accezione la (—) era considerata
res màncipi [vedi].
Col passare del tempo, il termine andò ad indicare quella che poi è la (—) in senso classico, cioè il complesso di soggetti sottoposti ad un capostipite comune vivente (il
pater familias) e che alla morte di questo, divenivano persone
sui iuris [vedi] [(—)
proprio iure]. In epoca più risalente fu diffusa l’abitudine da parte di tali soggetti, di rimanere, comunque, uniti in un consorzio detto
ercto non cito, in cui il patrimonio familiare rimaneva di proprietà comune. Il termine (—)
communi iure indica, appunto, il gruppo di famiglie autonome nate dall’unica (—) smembrata a seguito della morte del capostipite.
Questi aveva la potestà sui figli (
patria potestas [vedi]), sulla moglie e sulle mogli dei figli (
manus maritalis) [vedi].
Il rapporto che legava i vari componenti della (—) era denominato
adgnatio [vedi], di carattere nettamente patriarcale poiché indicava la discendenza da un comune capostipite maschio, attraverso altri maschi.
In seguito fu riconosciuto un rilievo sempre crescente alla discendenza matrilineare, ovvero sia la
cognatio.
In particolare:
— si riconobbe alla
cognatio la valenza di impedimento matrimoniale;
— si ammise la possibilità di donazioni tra
cognati, in deroga alla
lex Cincia de donis et muneribus [vedi];
— si diede preferenza ai
cognati, rispetto agli estranei, nell’esercizio della funzione di tutore.
Solo in tema di successione il riconoscimento della rilevanza della parentela cognatizia incontrò numerosi ostacoli e difficoltà. Tuttavia già in
età classica e, quindi, in
epoca imperiale si addivenne ad una sostanziale ammissione della successione tra madre e figli.
Infine, in
età giustinianea venne meno la distinzione tra
agnati e cognati e con quest’ultimo termine vennero chiamati tutti i parenti, sia in linea maschile, sia in linea femminile.