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Fàcio ut des
Facio ut fàcias
Fàcta concludèntia
Fàctum prìncipis
Facùltas agèndi
Fàlsum mòdum dìcere
Fàlsus
Falsus procuràtor
Famìlia
Famìliæ èmptor
Farro
Fas
Fàvor
Fenicia
Fenus (od usurae)
Fènus nàuticum (vel pecùnia traiectìcia)
Fèra bestia
Ferètrio
Ferruminàtio
Fetiàles
Ficta possessio
Fìctio civitatis
Fìctio ingenuitàtis
Fìctio iùris
Fictio lègis Cornèliæ
Fictio suitatis
Fideicommìssum
Fideicommìssum hereditàtis
Fideiùssio
Fidepromìssio (o fideipromissio)
Fìdes
Fides bona
Fidùcia
Fidùcia cum amìco
Fiducia cum creditòre
Fiduciària coëmptio
Filii adoptìvi
Filii naturales
Filii spùrii
Filii vùlgo concèpti
Filippi (battaglia di)
Filippo I l’Arabo
Filius familias
Filius, nepos et pronèpos
Finanze della res publica
Finanze dell’impero romano
Fiscus Cæsaris
Flamines
Flaminia (via)
Flavia (via)
Flavio Arcadio
Flavio, Gneo
Floriano
Floro Lucio Anneo
Flùmen pùblicum
Fondazione
Fonti
Fonti del diritto
Forche Caudine
Forma del negozio giuridico
Fòrmula
Fòrmula Octaviàna
Formula petitoria
Formula Serviana pigneraticia
Fornacàlia
Foro Romano
Foro Traiano
Fòrum
Fragmènta Augustodunènsia
Fragmenta Vaticàna
Fràus creditòrum
Fraus lègi fàcta
Frùctus
Frùctus non intellegùntur nisi dedùctis impènsis
Fructus sìne usu
Frùges excantàre
Frumentatiònes
Fruttificazione
Fùmus bòni iùris
Fundi arcifìnii
Fundi in àgro Italico
Fundi in agro provinciàli
Fundi in agro Romano
Fundi stipendiàrii vel tributàrii
Fùndi tributàrii
Fundus
Fundus òptimus màximus
Fùnerum sùmptus
Funzionari del princeps; Funzionari imperiali
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Fùrtum
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Furtum manifèstum
Furtum nec manifestum
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Dizionario Storico-Giuridico Romano
Famìlia [Famiglia; cfr. artt. 29-31 Cost., 143-148, 159 ss., 231-243, 315-337 c.c.]

In età arcaica il termine (—) aveva significato prevalentemente patrimoniale: rientravano, infatti, nella (—) non solo il complesso di soggetti sottoposti ad un medesimo pater familias [vedi], ma anche i servi [vedi servus], l’abitazione, gli animali domestici, ed addirittura i beni strumentali all’economia familiare (ad es. gli attrezzi agricoli per coltivare il fondo). In questa accezione la (—) era considerata res màncipi [vedi].
Col passare del tempo, il termine andò ad indicare quella che poi è la (—) in senso classico, cioè il complesso di soggetti sottoposti ad un capostipite comune vivente (il pater familias) e che alla morte di questo, divenivano persone sui iuris [vedi] [(—) proprio iure]. In epoca più risalente fu diffusa l’abitudine da parte di tali soggetti, di rimanere, comunque, uniti in un consorzio detto ercto non cito, in cui il patrimonio familiare rimaneva di proprietà comune. Il termine (—) communi iure indica, appunto, il gruppo di famiglie autonome nate dall’unica (—) smembrata a seguito della morte del capostipite.
Questi aveva la potestà sui figli (patria potestas [vedi]), sulla moglie e sulle mogli dei figli (manus maritalis) [vedi].
Il rapporto che legava i vari componenti della (—) era denominato adgnatio [vedi], di carattere nettamente patriarcale poiché indicava la discendenza da un comune capostipite maschio, attraverso altri maschi.
In seguito fu riconosciuto un rilievo sempre crescente alla discendenza matrilineare, ovvero sia la cognatio.
In particolare:
— si riconobbe alla cognatio la valenza di impedimento matrimoniale;
— si ammise la possibilità di donazioni tra cognati, in deroga alla lex Cincia de donis et muneribus [vedi];
— si diede preferenza ai cognati, rispetto agli estranei, nell’esercizio della funzione di tutore.
Solo in tema di successione il riconoscimento della rilevanza della parentela cognatizia incontrò numerosi ostacoli e difficoltà. Tuttavia già in età classica e, quindi, in epoca imperiale si addivenne ad una sostanziale ammissione della successione tra madre e figli.
Infine, in età giustinianea venne meno la distinzione tra agnati e cognati e con quest’ultimo termine vennero chiamati tutti i parenti, sia in linea maschile, sia in linea femminile.