Ius Flaviànum
Viene così denominato l’insieme dei formulari delle
lègis actiònes [vedi] che, secondo la leggenda, lo scriba plebeo
Gneo Flavio avrebbe sottratto ai pontefici, divulgando ai plebei le norme processuali che regolavano i giudizi civili (i formulari erano stati riordinati da
Appio Claudio Cieco [vedi], patrono di Gneo Flavio).
La raccolta delle formule delle
actiones diede origine ad un complesso successivamente denominato
ius civile Flavianum o più semplicemente (—).
La gratitudine della plebe verso Gneo Flavio si manifestò nella sua elezione ad edile curule [vedi
ædìlitas].
Sulla genuinità di questa leggenda la dottrina nutre molti dubbi: si ritiene ad es., che più che limitarsi ad una furtiva sottrazione, Gneo Flavio avrebbe diligentemente annotato (probabilmente con l’aiuto dello stesso Appio Claudio Cieco) le formule delle azioni di volta in volta concesse.