Romolo
Leggendario fondatore di Roma, da intendere come
eponimo giustificativo del nome della città. Si è, infatti, chiarito che il mitico (—) non è altro che una creazione leggendaria: i Romani — come molti popoli antichi — sentirono il bisogno di collegare la nascita della città alla figura di un eroe che desse il proprio nome alla comunità (in realtà il suo nome derivava da quello della città o del popolo). Dunque, (—) significa “il Romano” ed è il simbolo del popolo romano.
Secondo la tradizione (—) avrebbe governato la comunità latina stanziata sul
Palatino [vedi], formata dalla tribù dei
Ràmnes, mentre Tito Tazio, quella sabina dei
Tìties stanziata sul Quirinale. Alle due originarie tribù si associò, successivamente, una terza tribù, di origine etnica incerta, quella dei
Lùceres. Le tre tribù che costituirono l’originario
Populus Romanus Quirìtum sarebbero state organizzate in dieci
curiæ (con a capo un curione) e suddivise ancora in 10 decurie governate ciascuna da un decurione. Le curie, che si configuravano come corporazioni religiose e militari, avevano anche funzioni politiche nei comizi curiati [vedi
comìtia curiàta], le cui deliberazioni entravano in vigore dopo l’approvazione del senato, consesso degli anziani.
(—) fu venerato dai Romani col nome di Quirino; fin dai tempi più antichi i Romani si denominarono Quiriti, dal vocabolo sabino
curis (lancia), ad indicare un popolo guerriero per eccellenza.
Leggendaria sarebbe anche la scomparsa di (—) avvenuta durante un temporale.