Riserva valutaria
Insieme di attività finanziarie espresse soprattutto in
oro (v.) e
valute estere (v.), detenute dalla
Banca centrale (v.) di un paese allo scopo di garantire prestiti esteri e saldare eventuali deficit della
bilancia dei pagamenti (v.).
Fanno parte delle riserve valutarie anche i
diritti di prelievo e i
diritti speciali di prelievo (v.
DSP) presso il
FMI (v.). Le riserve valutarie possono essere create attraverso l'acquisto, ad opera della Banca centrale, di valuta estera sul mercato aperto, mediante l'emissione di
titoli di Stato in valuta o, ancora, attraverso un avanzo della bilancia dei pagamenti con l'estero.
L'ammontare della riserva valutaria è, quindi, in stretta relazione con l'andamento della
bilancia dei pagamenti. In presenza di un avanzo di quest'ultima, infatti, avremo un aumento del flusso delle riserve valutarie apportate dall'esterno, mentre un disavanzo nella bilancia dei pagamenti provoca un deflusso di valuta pregiata e dunque una riduzione della riserva valutaria.
La dimensione della riserva valutaria è in grado, inoltre, di influire sulla
liquidità (v.) interna di un paese adeguandola alle notevoli occorrenze economiche. In effetti, poiché gli operatori economici di un paese che presenta un attivo commerciale devono cedere alla
Banca centrale parte della valuta estera in loro possesso ricevendone in contropartita banconote nazionali, queste ultime saranno immesse nel
circuito monetario nazionale in quantità maggiore. Viceversa, nell'ipotesi di un paese che presenti un disavanzo commerciale, gli operatori economici per estinguere i propri debiti con l'estero devono chiedere alla Banca centrale valuta estera cedendo in cambio banconote nazionali, che vengono in tal modo sottratte al circuito monetario interno.