Laicismo
Principio in base al quale le attività umane si svolgono secondo regole proprie, non imposte dall’esterno.
Il (—) era sconosciuto all’antichità classica, la quale non conosceva conflitto di principio fra le attività umane. Papa
Gelasio I [
vedi], con la teoria delle “due spade”, fu il primo a fare riferimento al (—). Allorquando si riferì a due poteri distinti (papa e imperatore), entrambi derivanti da Dio, egli distinse l’autonomia della sfera religiosa da quella politica.
In maniera analoga si mossero
Jean de Paris [
vedi] nel
De potestate regia et papali (1302-1303),
Dante Alighieri [
vedi] nel
De monarchia (1312-1313),
Marsilio da Padova [
vedi] nel
Defensor pacis (1324),
Guglielmo di Occam [
vedi] nel
Breviloquium de potestate papae (1341-1342), i quali si appellarono a due poteri: quello politico contro il potere ecclesiastico.
Oltre che come principio inerente i rapporti tra religione e politica, il (—) può essere invocato nel rapporto tra religione e scienza. Galileo Galilei (1564-1642), ad esempio, invocava l’autonomia della scienza di fronte alla Bibbia.
Dopo l’
Illuminismo [
vedi] e la
Rivoluzione francese [
vedi], il (—) si è affermato nella formula della
separazione tra Stato e Chiesa, nel senso che lo Stato si disinteressa del credo religioso dei cittadini. Nello
Stato di diritto [
vedi], il (—) si erge al di sopra delle diverse confessioni religiose, le quali pertengono unicamente alle sfere private dei singoli [
vedi giurisdizionalismo;
teocrazia].
Fenomeni analoghi sono stati, nel corso dei secoli, diversamente denominati:
giuseppismo [
vedi],
febronianismo [
vedi],
cesaropapismo [
vedi],
regalismo,
tanuccismo,
leopoldismo,
gallicanesimo [
vedi].